GREEN NEWS
La speranza nasce a Parigi?

Un passo in avanti per la salute della Terra

Dal 30 novembre al 12 dicembre 2015, a Parigi, si è svolta la Conferenza sui cambiamenti climatici, e 195 paesi si sono dati appuntamento per decidere cosa fare per diminuire le emissioni di gas serra, colpevoli del riscaldamento globale. L’obiettivo era trovare un accordo vincolante per tutti i governi, a quasi vent’anni dal famoso – ma purtroppo disatteso – protocollo di Kyoto, che portò per la prima volta all’attenzione mondiale l’impegno per la riduzione dei gas serra.

 

Un futuro prossimo

Nessuno può leggere il futuro, ma di certo gli scienziati possono fare delle ipotesi molto realistiche di come diventerà la nostra Terra se non cambiamo subito rotta. Negli ultimi 150 anni l’uomo ha fatto scoperte incredibili, ma il suo stile di vita è diventato sempre più “insostenibile” per la Terra, soprattutto per la crescente richiesta di energia: viaggiare, illuminare, produrre… anche giocare! E così, bruciando combustibili fossili, immettiamo nell’atmosfera sempre più anidride carbonica e altri gas serra. Non solo: aumenta il disboscamento delle foreste tropicali che producono quindi sempre meno ossigeno. Insomma, un vero disastro! E i risultati del riscaldamento globale sono terribili: aumento del livello del mare, scioglimento dei ghiacciai, aumento di alluvioni, carestie ed estinzione di specie animali.

 

Un accordo storico

Così è stato definito l’accordo di Parigi, perché per la prima volta anche i maggiori responsabili delle emissioni dei gas serra – Cina, Stati Uniti e India, tutti paesi che per vari motivi non hanno aderito al protocollo di Kyoto – si sono impegnati a dare il loro contributo dal 2020, anno in cui dovrebbe entrare in vigore. L’obiettivo è ridurre la temperatura terrestre che «dovrà essere ben al di sotto dei due gradi rispetto all’era preindustriale e l’azione dovrà essere proseguita per limitarla a 1,5 gradi». I paesi più sviluppati poi dovranno dare a quelli emergenti un aiuto economico, perché la loro economia sia sempre più sostenibile e aumentino l’utilizzo di energie rinnovabili e pulite. Perché la speranza di Parigi diventi realtà, però, nei prossimi mesi l’accordo dovrà essere ratificato a New York da almeno 55 paesi che rappresentino il 55% delle emissioni globali di gas serra. Per questo sarà fondamentale il sostegno dei paesi più industrializzati.

 

Insieme

La salute della nostra Terra, però, non riguarda solo i governi. Se i politici devono impegnarsi a fare la loro parte fin da subito, anche i singoli cittadini possono dare il loro contributo. Come? Con azioni semplici ma che, sommate a tante altre, possono dare il loro risultato. Qualche esempio? Lo sapevate che abbassare di 1 ºC il riscaldamento di casa riduce le emissioni di CO2 fino a 300 kg ogni anno (oltre che le bollette)? E che un condizionatore produce circa 650 g di CO2 in una sola ora? E che un litro di benzina bruciato in un motore ne produce ben 2,5 kg? Insomma, la soluzione sta anche nel ripensare il nostro stile di vita: sprecare meno energia, acquistare con criterio ciò di cui abbiamo veramente bisogno e ricordarsi di fare la raccolta differenziata. In attesa di Parigi…

 

con il patrocinio morale del:
Questo sito è ottimizzato solo per le versioni più aggiornate di Google Chrome, Mozilla Firefox e Apple Safari