Quante specie vegetali commestibili esistono al mondo? Secondo la FAO, quelle conosciute vanno da 250.000 a 300.000. Di queste, trenta coprono il 95% del fabbisogno alimentare umano. E solo tre – riso, mais e grano – rappresentano il 60% di ciò che mangiamo.
Questa mancanza di varietà nell’alimentazione ha un costo altissimo per l’ambiente e la nostra salute: le grandi monocolture impoveriscono la terra e contribuiscono alla scomparsa di molte specie vegetali, e una dieta monotona può causare malnutrizione o altri problemi legati a un’alimentazione poco equilibrata, come obesità o diabete.
Una soluzione? Variare il più possibile la nostra dieta, stando attenti a privilegiare i prodotti che hanno un minore impatto sull’ambiente, le piccole produzioni, i coltivatori locali. Sperimentare nuovi sapori può essere piacevole, e soprattutto può valorizzare prodotti ricchissimi di proprietà benefiche che non conosciamo. Ve ne presentiamo 7. Buona esplorazione!
Fonio
L’origine del mondo? È in un chicco di fonio! Questo racconta un mito del popolo Dogon del Mali, secondo il quale proprio dall’esplosione di un chicco di fonio è nata la vita. Anche non volendo credere al mito, non si può negare che questi chicchi, simili al riso e gustosi, siano ottimi. Crescono rapidamente, hanno bisogno di pochissima acqua, sono privi di glutine e possono essere cucinati e utlilizzati come il riso.
Carciofo di Perinaldo
Senza spine e barbe all’interno, tenero e saporito: praticamente perfetto! Questo carciofo violetto, originario di un paesino in provincia di Imperia, ha anche un buon contenuto di fibre, vitamina C, acido folico e minerali. E, cosa non da poco, è una varietà che resiste benissimo alla siccità!
Mongongo
La sua noce, frutto di un albero che cresce in africa Meridionale, è dolce e saporita, oltre che molto nutriente, e rappresenta il principale alimento per alcune popolazioni africane. Senza contare che cresce in abbondanza e spontaneamente. Si racconta che alla domanda di un antropologo sul perché non praticasse l’agricoltura, un boscimano abbia risposto: «Perché dovremmo coltivare la terra quando le noci di mongongo sono così abbondanti?»
Rambutan
In malese rambut significa “capelli”, e basta guardare questo frutto bellissimo originario del Sudest asiatico, ma oggi coltivato in molte zone tropicali, per capire il perché del suo nome. Dentro le sue spine, morbide e rosse, si nasconde una tenera polpa bianca, ricchissima di vitamina C e minerali.
Arracacha
Questo tubero simile a una patata è molto diffuso nella cucina del Sudamerica. Che si usi in forma di farina o di patatine fritte, è sempre saporita e nutriente, oltre che molto digeribile, cosa che la rende perfetta per l’alimentazione di anziani e bambini.
Kumara
Questa squisita patata dolce dalla polpa rossa può essere cucinata come una patata: al forno, in puré, fritta. Non solo il suo sapore è buonissimo, ma è molto più ricca di fibre, vitamine, proteine, calcio e ferro delle “nostre” patate.
Cavolo a punta
Ricco di sapore e dalla forma insolita, è perfetto per insalate crude e piatti invernali. Se tenuto in un luogo freddo, può essere conservato anche per mesi. E, come tutti i cavoli, ha numerosissime proprietà benefiche: è ricco di fibre, vitamine C e K, acido folico e minerali. Contiene più ferro della carne, ed è molto più sostenibile!
Per saperne di più
https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/8945
Dalla pagina del Ministero delle Politiche Agricole, l’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani. Per cominciare a esplorare i sapori sconosciuti partendo dalla nostra regione!
http://www.fao.org/news/story/it/item/174345/icode/
Sulla pagina della FAO, una riflessione sul futuro della nostra alimentazione. In italiano.
http://foodtank.com/
Il sito di Food Tank, organizzazione che si impegna per un’alimentazione più sana, sicura, bilanciata e completa in tutto il mondo. Articoli, notizie, eventi e molto altro. In inglese.